MUOVERE
NELLA TECNOLOGIA MEDIEVALE E MODERNA
#step12
Francesco
di Giorgio
Francesco di
Giorgio nell’ “Opusculum de architectura” riporta una serie di disegni di
macchine per sollevare e spostare pesi.
Inoltre nel suo testo “Edifici et machine” disegna macchine e dispositivi per il sollevamento di colonne e altri pesi pesanti, meccanismo per la fresatura e la movimentazione di imbarcazioni.
Francesco di Giorgio nel capitolo “Lieve di ruote e mulini”, del “Codice Torinese Saluzziano” afferma che i mulini per “furia d’acqua” sono quelli che sfruttano l’energia cinetica della corrente. Essa, accelerata dalla presenza di un salto e incanalata in un condotto, urta sulle pale con elevata velocità. La variazione di quantità di moto della corrente fluida fa nascere sulla palettatura la forza propulsiva.
Inoltre nel suo testo “Edifici et machine” disegna macchine e dispositivi per il sollevamento di colonne e altri pesi pesanti, meccanismo per la fresatura e la movimentazione di imbarcazioni.
Francesco di Giorgio nel capitolo “Lieve di ruote e mulini”, del “Codice Torinese Saluzziano” afferma che i mulini per “furia d’acqua” sono quelli che sfruttano l’energia cinetica della corrente. Essa, accelerata dalla presenza di un salto e incanalata in un condotto, urta sulle pale con elevata velocità. La variazione di quantità di moto della corrente fluida fa nascere sulla palettatura la forza propulsiva.
Domenico Fontana e la Trasportazione dell’obelisco vaticano
Vorrei inoltre ricordare la Trasportazione dell’obelisco vaticano che è una delle più importanti opere di ingegneria eseguite durante il pontificato di Papa Sisto di V.
L'opera, che ebbe inizio mercoledì 25 settembre 1585, fu preceduta dall'indagine di apposite commissioni che valutarono i vari progetti, quello di Domenico Fontana in un primo momento fu accantonato per la giovane età dell’architetto.
Per prima cosa fu eseguito uno scavo di 13 m di lato e profondo 7 per le opere di fondazione con palificata in legno e con pietrisco. Quindi fu costruito il “castello”. Si fabbricarono 44 canapi di 7 cm di diametro, 40 argani furono all’azione intorno al castello. Fu infine rinforzata l'armatura della cassa che proteggeva l'obelisco, dal peso di 350 t, con cerchiature di ferro.
Prima della trasposizione vera e propria furono eseguite varie prove su modelli in scala per verificare l'efficacia degli schemi di distribuzione delle forze nei vari punti di tiro.
Il 28 Aprile 1586, 907 uomini e 75 cavalli riuscirono ad adagiare l'obelisco in posizione orizzontale, quindi fu smontato il castello, per rimontarlo in piazza San Pietro. Fu preparato il letto su cui trasportare l'obelisco, per un tragitto di 250 m. Il 10 settembre dello stesso anno l'obelisco fu posto nel sito attuale di piazza San Pietro.
George
Bauer, noto come Giorgio Agricola
Nel “De
re metallica” descrive molti macchinari come l’impianto di sollevamento di
miniere. L’operatore, nella cabina di comando, azionando 2 leve, dirotta l’acqua
del canale a una delle 2 ruote affiancate e quindi riesce a suo piacimento a
invertire il senso di rotazione dell’argano.
Nel “Codice
Atlantico” e nel “Madrid I” numerosi sono i passi in cui Leonardo
getta le basi scientifiche per la trattazione di una scienza idraulica.
Dal “De’
molini ed altri ordigni d’acqua”:
“Quell’acqua
ch’è più veloce, più caccia la sua rota. Provasi, perché l’acqua ha più forza,
dove ella fa più potente percussione, e dove è più veloce ella è più potente. […]
L’acqua de’ molini deve percuotere le pale delle ruote in angoli retti; e
questo nasce perché quella percussione sarà più potente, che sarà fatta infra angoli
più eguali.”
Vittorio
Zonca
Nel suo
libro “Nove teatro di machine et edificii”, relativamente alla ruota scrive
che: “Li molini adunque che sono mossi dal corso dell’acqua, et che spinge
la circonferenza della ruota quando due over tre pale pescano nell’acqua, sono
molto gagliardi sopra gli altri per la velocità del motore, perciochè hanno l’impulsione
col moto del corpo grave, et verso il centro del mondo”
Vittorio
Zonca, in un capitolo del “Teatro” rappresenta e descrive un torcitoio
da seta mosso da una ruota idraulica: la ruota a palette è immersa in un canale
in cui l’acqua scorre con notevole velocità. Dalla ruota il movimento si
trasmette al piano dei torcitoi.
Per tutto il XVII secolo la tecnica idraulica registra migliorie piccole e continue, ma le macchine non si modificano mai in maniera sostanziale. Solo nel secolo seguente, con la formalizzazione della scienza idraulica, si fondano le basi per futuri progressi.
Fonti:
"Storia delle macchine" di Vittorio Marchis
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