MUOVERE NELLA MITOLOGIA
#step4
La presenza del verbo
“muovere” nella mitologia, si riscontra nel mito di Sisifo.
Nella mitologia greca,
Sisifo era il figlio di Eolo e di Efira, e, per la sua malizia, sarebbe stato
condannato nell’Ade a sospingere eternamente su per un pendio un macigno che,
giunto presso la vetta, rotola ogni volta al basso.
Mentre Sisifo cercava
di risolvere il problema della scarsità dell'acqua a Corinto, si ritrovò nei
pressi della rocca, dove vide Zeus con una bella ninfa di nome Egina chi era
figlia del dio fluviale Asopo rapita dallo stesso Zeus. Il Dio Asopo si
presentò allora a Sisifo nelle sembianze di un vecchio e gli chiese notizie di
sua figlia. Sisifo disse di averla vista, senza però rivelare subito chi
l'aveva rapita, preferendo chiedere una fonte d'acqua per la sua città in
cambio dell'informazione. Asopo promise che gli avrebbe dato la fonte e Sisifo,
mantenendo il patto, rivelò che la ninfa era stata rapita da Zeus. Soddisfatto,
Asopo fece dono al re della sorgente perenne detta Pirene.
Quando Zeus venne a
sapere ciò che Sisifo aveva fatto, chiese a suo fratello Ade di mandare
Thanatos per catturarlo e rinchiuderlo nel Tartaro. Quando Thanatos giunse a
casa di Sisifo, questi lo fece ubriacare e lo legò con delle catene. Con
Thanatos incatenato, la morte scomparve dal mondo e quando il dio Ares si
accorse che durante le battaglie non moriva più nessuno e che quindi le
battaglie stesse non avevano più senso, si mosse per prendere Sisifo e,
liberato Thanatos, lo condussero nel Tartaro.
Tuttavia, Sisifo aveva
imposto alla moglie Merope di non seppellire il suo corpo, per cui egli
protestò con gli dei e Persefone decise di farlo ritornare sulla terra per tre
giorni, per imporre alla moglie i riti funebri.
Sisifo tornò nel mondo
dei vivi, ma non obbligò la moglie a seppellirlo, così gli dei inviarono Hermes
che lo catturò e lo riportò negli Inferi.
IL MITO DI SISIFO NELLE
OPERE LETTERARIE
Omero, nell’Iliade,
lo ricorda come padre di Glauco e avo di Bellerofonte, e dice che fu il più
astuto fra gli uomini:
“Qui visse Sisifo, che era il
più astuto degli uomini,
Sisifo, figlio d’Eolo, e un figlio generò Glauco;
e Glauco generò Bellerofonte perfetto.”
(Omero, Iliade, Libro VI, versi 153-155)
Sempre Omero, nell’Odissea,
racconta la pena che è stata impartita a Sisifo negli Inferi:
"Sisifo, altrove smisurato
sasso
Tra
l’una e l’altra man portava, e doglia
Pungealo inenarrabile.
Costui
La
gran pietra alla cima alta d’un monte,
Urtando con le man, coi piè pontando,
Spingea: ma giunto in sul ciglion non era,
Che risospinta da un poter supremo
Rotolavasi rapida per chino
Sino alla valle la pesante massa.
Ei nuovamente di tutta sua forza
Su la cacciava: dalle membra a gronde
Il sudore colavagli, e perenne
Dal capo gli salia di polve un nembo."
(Omero, Odissea,
Libro XI, versi 746-758)
Gli autori posteriori
raccontano di lui episodi di scaltrezza in danno degli stessi dei.
Il suo mito, oltre che offrire materia ai pittori vascolari, ispirò a Eschilo e a Euripide i drammi satireschi, rispettivamente intitolati Sisifo fuggiasco e Sisifo.
Passò nella letteratura Latina, in Ovidio, in Orazio e anche in Lucrezio, che nella pena infernale di Sisifo vede un’allegoria dell'inutile sforzo della volontà umana.
Fonti:
Enciclopedia Motta
(Edizione 1996, Libro XVI)
Wikipedia
Wikisource, Odissea
Libro XI
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