mercoledì 3 giugno 2020

SINTESI FINALE

#step25

Lo scopo di questo blog era di quello di analizzare il verbo/azione “muovere” in tutte le sue sfaccettature.

L’analisi è cominciata dalla definizione di “muovere” e da un percorso che ci ha portato a scoprire la sua etimologia, le sue origini e la sua storia.

Abbiamo poi cercato la presenza del verbo/azione in ambiti diversi: in un racconto, in un’immagine che potesse rappresentare al meglio il “muovere” e il movimento e addirittura a uno spot pubblicitario.

Il percorso si è spostato poi nella letteratura con la ricerca del verbo “muovere” in un mito, in un testo di letteratura narrativa e in un’opera poetica.
Ho voluto inoltre approfondire la ricerca con alcune famose citazioni intorno al verbo/azione "muovere" e al concetto di movimento.

La ricerca ha fatto una tappa anche nelle arti figurative e persino nel cinema, con il riferimento alla sequenza cinematografica della corsa delle quadrighe del celebre film “Ben Hur”.

Il cammino più lungo è stato quello attraverso la storia della tecnologia, siamo partiti dalla ricerca del verbo/azione “muovere” in innovazioni e fatti del periodo antico, passando per il periodo medievale e moderno, fino ad arrivare ai secoli più recenti: il Settecento, l’Ottocento e il Novecento, focalizzandosi inoltre su alcuni importanti brevetti inerenti al nostro verbo e appartenenti a questi secoli.

Non abbiamo trascurato l’attualità, cercando un collegamento tra “muovere” e la pandemia di Covid-19 e un fatto di cronaca sempre legato al nostro verbo/azione e siamo anche stati capaci di guardare al futuro con un’innovazione relativa al “muovere” che potrebbe cambiare gli anni che verranno.

La ricerca ha anche toccato un materiale che potesse essere ricondotto al nostro verbo e si è poi focalizzata sui i rapporti tra “muovere” e una disciplina scientifica: la logistica. 
Ho inoltre cercato di ripercorrere i passi fondamentali della storia di una disciplina affascinante che si occupa di studiare il movimento dei corpi celesti: la meccanica celeste.

Durante questo percorso abbiamo anche cercato i protagonisti del muovere e del movimento, ci siamo infatti soffermati sulle figure di Robert Fulton e di Karl Benz. 

Infine, alcuni dei passaggi più singolari sono stati quello di creare l'abbecedario del movimento e la mappa concettuale attorno al temine "muovere".

Mappa del Blog

domenica 31 maggio 2020


UN’INNOVAZIONE FUTURA

#step22 #step23

FLOATING CAR

La Floating Car è una macchina fluttuante che viaggia a pochi cm di altezza dal manto stradale.

Costituisce una grande innovazione per la mobilità perché fluttuando è in grado di eliminare l’attrito esercitato dall’asfalto e di evitare le asperità del suolo.

L’innovativa vettura è inoltre un totalmente elettrica e quindi a impatto zero sull’ambiente.

I passeggeri possono inoltre affidarsi alla guida automatica della Floating Car che necessita solo dell’inserimento della destinazione a inizio percorso.

La Floating Car è particolarmente adatta per gli spostamenti nelle grandi città: la sua compattezza rappresenta una grande comodità per l’autista e la totale assenza di emissioni rappresenta una vera e propria spinta verso la riqualifica ambientale delle città.




sabato 30 maggio 2020


MUOVERE…NELLO SPAZIO

Meccanica celeste - Wikipedia
Astrario di Giovanni Dondi
La meccanica celeste è la branca della meccanica classica che studia il movimento dei corpi celesti, in particolare pianeti, satelliti naturali, ed artificiali, asteroidi e comete da un punto di vista fisico-matematico.

Il problema principale delle meccaniche celesti riguarda la stabilità del Sistema Solare, altri problemi di interesse della meccanica celeste sono le risonanze orbitali, le interazioni tra la rivoluzione e la rotazione, la dinamica degli asteroidi e la determinazione delle orbite di sistemi planetari extra-solari.

Lo studio delle meccaniche celesti è rinvenibile in tutte le civiltà antiche. Nei complessi sistemi dell’astronomia babilonese e di quella egizia. La regolarità del meccanismo dei corpi celesti permetteva di scandire il tempo con l’ausilio delle meridiane e dei primi orologi astronomici.
Meridiana

Anche i pitagorici concepivano l’universo come un cosmo, cioè un insieme ordinato che rispondeva ad esigenze esoteriche e religiose, nel quale i pianeti compivano movimenti armonici secondo precisi rapporti matematici, generando un suono celestiale chiamato “musica delle sfere”.

Con il concetto di sfere celesti, appartenete all’ambito dell’astronomia greca, si intendono strati o porzioni circolari di cielo che si muovevano avendo come unico centro di rotazione la terra punto su ognuna di esse vi era il casto nato un pianeta che esse trascinavano con sé nel loro movimento.

Poiché tuttavia i vari pianeti sembravano seguire una traiettoria irregolare, a differenza del sole e delle stelle più lontane dette fisse, gli astronomi greci teorizzarono che ognuno di essi fosse mosso non da una, ma da un insieme di più sfere.

Per colmare ulteriori lacune nella spiegazione delle meccaniche celesti, Apollonio di Perga introdusse un nuovo accorgimento, secondo cui i pianeti avrebbero ruotato con velocità costante su di un'orbita circolare più piccola chiamata epiciclo, mentre il centro di questa avrebbe ruotato attorno alla terra percorrendo un cerchio più grande detto deferente.


Sfera armillare che riproduce le diverse orbite ruotanti intorno alla Terra

Infine, Claudio Tolomeo introdusse il concetto di equante, perfezionando l'ipotesi del sistema eccentrico secondo cui la Terra non era perfettamente al centro dell'orbita dei corpi celesti. Per ovviare al fatto che persino le stelle fisse possedevano un lento moto irregolare, per cui sembravano tornare indietro per alcuni tratti rispetto alla normale direzione diurna, introdusse un nono cielo al di sopra di esse identificandolo col primo mobile aristotelico.

Claudio Tolomeo

A partire dal 16º secolo, con la rivoluzione copernicana che vedeva la terra orbitare intorno al sole, Il movimento dei pianeti venne Spiegato con maggiore semplicità.
Tycho Brahe ideò un nuovo sistema geocentrico perfettamente equivalente al modello eliocentrico in base al principio della relatività generale del moto. Egli sostituì il concetto di sfere cristalline con una visione di orbite planetarie intersecate fra loro. La Terra era collocata al centro dell'universo, mentre attorno le orbitavano la Luna e il Sole intorno al quale orbitavano a sua volta gli altri 5 pianeti allora conosciuti.  

Si deve a Giovanni Keplero il ritorno ad una concezione eliocentrica, oltre all’enunciazione delle tre leggi, Secondo cui il moto dei pianeti anziché circolare descriveva un’ellisse, della quale il Sole occupava uno dei due fuochi.


Giovanni Keplero
Il trattamento scientifico della meccanica celeste proseguì con Isaac Newton, che introdusse la legge di gravitazione universale nell’opera “Principia” 1687.

venerdì 29 maggio 2020